sabato 11 settembre 2010

3. Minuti


Guardate l'orologio e contate tre minuti, il tempo di un cappuccio e brioche al bar o di una canzone dei Beatles. Poi uscite in terrazza e guardate il vostro condominio, facciamo venti metri. Sei anni fa la terra a Vellankanni e' diventata Golfo del Bengala per tre minuti, un'onda di venti metri ha inondato la citta' fino a mezzo chilometro dalla costa.

I Salesiani sono arrivati qui due giorni dopo, corpi che galleggiavano ovunque e sciacalli in azione. Di polizia neanche l'ombra, troppa paura del mare. John Paul, 23 anni, due triennali all'attivo e una specialistica in cantiere, mi ha detto che la domenica successiva, dopo sei giorni di soccorsi, passeggiando sulla spiaggia ha trovato corpi di neonati seppelliti nella sabbia. Mi ha anche detto che non e' riuscito a mangiare per un mese, e gli credo.

La citta' e' una specie di Lourdes indiana con dodici basiliche, mercoledi' era l'ultimo di dieci giorni di celebrazioni liturgiche e qui era festa. Caldo violento, mi bagno la testa ma il sole scalda meglio di un Braun. Gente che si fa decine di metri sulle ginocchia sotto il sole di mezzogiorno dopo ore di cammino per venire in pellegrinaggio da ogni parte dell'India. 


Giretto con John Peter e Kalai, due bambini della Shelter Home, vari litri di acqua in testa che non mi evitano la usuale solana e lauto pranzo a Nagapattinam. Tornando alla base puntatina a casa di un ventottenne ingegnere meccanico amico di JP che insegna al Don Bosco Polytechnic College. Lo shock culturale sta finendo, nel viaggio mi sembrava di assistere a un gigantesco film, adesso mi sembra di starci dentro.    

2 commenti:

  1. ma il ragazzo della seconda foto non assomiglia tantissimo a mechi?

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  2. Beh, qui credo che ognuno abbia almeno una decina di sosia in ogni città, e data la carnagione media credo che si potrebbero trovare un centinaio di Lomecchi nel Tamil Nadu...

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